La festa di Sant’Antonio del 17 Gennaio ha avuto nel passato molta importanza nel nostro territorio ed era una delle giornate di festa più sentite, molto legate al mondo religioso e contadino.
Uno degli aspetti collegati a questa giornata è il canto di questua, gruppi di persone girano per le case del paese ed eseguono una sacra rappresentazione denominata per lo più “Le tentazioni di S. Antonio”.
Le associazioni Taruss e Le Tre Porte nei giorni di Sabato e Domenica riscoprono l’antico rito del canto: Sabato saremo a San Pietro per le vie della frazione, Domenica, dalle 15.30, ci troverete per le vie di Isola a intonare i canti del Sant’Antonio e bussare per le case per raccontare le vicessitudini e le tentazioni del Santo.
Gli “attori” principali ( oltre al Santo eremita che si presenta con saio e barba molto lunga di stoppa) sono i cosiddetti “Romiti” (cioè eremiti) camuffati come S. Antonio, il diavolo (con corna e vesti rosse) ed alcune ragazze vestite da angeli. Una di esse rappresenta di norma il “diavolo tentatore” in vesti femminili.
I canti eseguiti dal gruppo questuante vertono sui tentativi operati dal demonio per indurre il Santo al peccato o per metterne a dura prova la pazienza. I testi di tali canti presentano di luogo in luogo vistose ‘varianti’ sia sotto il profilo musicale che nei testi dialettali.
Alla fine è sempre S. Antonio a spuntarla ed il diavolo, malgrado le sue perfide e continue tentazioni, resta sempre sconfitto. Il bene trionfa così sul male e la vittoria del santo sul demonio diventa propiziatoria anche per la casa e pregna di rassicuranti auspici.
Il padrone ripaga il gruppo questuante con beni alimentari, oggi sostituiti per lo più da una somma di denaro.
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